02 novembre 2006

Tafelpoesie



versi scritti sulla tovaglia di carta di un locale in una sera d'autunno


Macchiato e logoro
come tovaglie

che hanno visto
troppi vini
cammino
solo
cercando sollievo
in albe
improbabili
senza treni
o stazioni.

Il bandone
dei giorni

è semichiuso
ancora
ma l'insegna
spenta
è ormai
da tempo.


Versa un ultimo

bicchiere
cameriera
dei ricordi
versane un altro

e fammi
compagnia.
Figlia del tempo
bevi e fammi
forza
soltanto un altro
poi
scapperò
via.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo confesso! Mi ero chiesto, quella sera alla corriera stravagante, cosa mai tu avessi scritto su quella tovaglietta di carta da pizzeria. La stessa tovaglietta che, poi, avevi ritenuto di dover strappare e portar via. Mentre lo facevi, ri-confesso, mi era tornata in mente la "poesia scritta in un bar" di chi-tu-sai-bene.
Sappi che, sulle tovagliette, ne sono state scritte di cose! Alcune memorabili, molte altre no. Poesie, stesure di inizio-romanzo e anche capi di accusa, come quello che portò Angelo Fascetti a passare diverso tempo in galera. Aveva scritto, a caldo, su un tovagliolo di carta di una pizzeria, cosa pensava dell'avvenuta esecuzione di Calabresi. Vabbé, altre storie. Ma credo che la tua non sfiguri affatto!

salud

FM ha detto...

Già, di cose sulle tovagliette ne sono state scritte, così come su pezzi di volantini o di qualsiasi altro materiale graficabile: credo che anche questo sia qualcosa che pertenga al raccontare e al bisogno di prendere parola, come hai ben inquadrato nel commento al post su Paz.
Quanto alla suggestione della "poesia scritta in un bar"...ti confesso che, mentre scrivevo, è venuta in mente anche a me :-)
Un abbraccio