6. Another brick in the wall
Che la giornata sarebbe stata impegnativa si era intuito dall'ora concordata per la sveglia, decisamente antimeridiana, e dal suggerimento di incamerare il maggior numero di calorie possibile, perché tanto si avrebbe avuto modo di consumarle. Così, mentre ancora la città si godeva il torpore domenicale, noi ci preparavamo ad affrontare due ore di macchina (e chi ha letto il post precedente sa a che cosa mi riferisco...) per raggiungere una delle attrazioni principali della terra che ci ospitava, ovvero la grande muraglia. Guidati dai nostri ospiti indigeni e dalla nostra voglia di rifuggire i luoghi più turistici, e aiutati dal fatto che su più di novecento chilometri di tragitto fosse possibile trovare ancora delle parti poco visitate, ci siamo lasciati affascinare e affaticare da ore di trekking su quella che al tempo doveva essere la via di comunicazione più rapida dell'impero dei Ming. E la difficoltà di affrontare scalini sempre meno livellati dall'azione del tempo e dall'abbandono è stata più che controbilanciata dalla possibilità di vedere paesaggi spettacolari e dal confronto con l'ultima parte di tragitto già ricostruita, in cui i colori dei mattoni rasentavano una via di mezzo tra l'inverosimile ed il pacchiano. E forse non è un caso che, proprio in quel luogo, ci sia capitato di vedere una coppia di freschi sposini giusta appositamente per il rito delle foto....
7. Vent'anni dopo
E queste rose volano,
non sanno nulla
della rivolta in cui si sono aperte,
del sangue invaso di bandiere
che oggi ancora si apriranno.
La prima volta l'ho vista di sfuggita, illuminata dalle mille luci notturne, passarmi di lato attraverso il finestrino della macchina che mi riportava in albergo. Giusto uno sguardo, ma a volte la memoria ha bisogno di molto meno....
Già perché al tempo avevo abbastanza anni da ricordare quella piazza invasa dai carri armati in una torrida giornata di giugno e l'immagine dell'uomo in camicia bianca che avrebbe fatto il giro del mondo, su quella stessa strada sulla quale anche io avrei camminato il giorno successivo. La matematica garantisce che è la piazza urbana più grande del mondo e anche l'occhio se ne accorge, quando non riesce a coglierne i limiti, aiutato in questo anche dal mausoleo di marmo che la divide in due, eppure per un attimo la memoria, che di razionale ha poco, lascia prendere il sopravvento ad una sensazione di claustrofobia più sentita che vissuta.....
solo un milione amore
di teste e cuori,
in un mattino ancora oppressi
ancora e più liberi. ...
Facciamo la Morale !!
16 ore fa
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