17 agosto 2007

London calling

Riprendo a scrivere di ritorno da una settimana piena di amici, di musica e di sensazioni. Cominciate giovedì della settimana scorsa, quando due amici cantautori di cui ho parlato ampiamente anche qui, Max Larocca ed Andrea Parodi, sono scesi alla Cantina Mediterraneo di Frosinone per un concerto insieme ad Andrew Hardin e Joel Guzman (già collaboratori di Tom Russell), e alla cantante Sarah Fox. Ovviamente questo concerto è stata un'occasione per riunire la banda di amici, nonostante fosse agosto inoltrato: oltre a noi soliti affezionati dell'asse roma-firenze, infatti, c'è stato il gradito regalo della presenza (salame-munita ;-)) di Alle e Sara dalle colline emiliane e del buon Red addirittura dalla colonna camuna...Peccato che la bellissima versione di me and bobby mcgee che i musicisti hanno fatto nel soundcheck non si sia ripetuta anche nel concerto vero e proprio alla presenza del mio minidisc. Va comunque detto che sentire Gabriela e Tristessa con la fisarmonica di Joel e la chitarra di Andrew è stato comunque qualcosa da ricordare!
Solo poche ore ed un volo RyanAir mi ha portato in Inghilterra per cinque giorni sicuramente da ricordare tra le vecchie case del centro storico di Bristol (dove vive la mia compagna di viaggio e che si è rivelata una città sicuramente più bella di quanto pensassi) e le vie del centro di londra, assaporate come le fette di cocomero che non mancavano mai nella nostra camera d'ostello.
Londra dicevo. Dove nel giro di due giorni, in un bel locale di Kilburn, si esibivano due mostri sacri della musica americana: Chip Taylor (con John Platania e Kendel Carson) e Tom Russell.
Ma andiamo con ordine....
Chip Taylor viene da New York ed ha scritto alcune tra le canzoni più famose della musica americana (due su tutte, Angel of the Morning e Wild Thing), anche se molti conoscono più le canzoni stesse che il loro autore. Sul biglietto del primo dei due concerti c'era scritto Chip Taylor and friends, e quali fossero questi friends era piuttosto semplice da immaginare, considerando lo zampino che il nostro ha avuto in due bellissimi album usciti quest'anno, il prodotto solista del fido chitarrista John Platania e l'album d'esordio della giovane violinista Kendel Carson (entrambi ottimamente recensiti sul blog del mio amico Franco). Sono stati infatti questi due - assieme ad un bassista ed un batterista - gli amici che hanno arricchito la serata musicale al luminaire di londra. Duetti da brivido (take me to the river e la già citata angel of the morning su tutti), la voce di Kendel a fare da contrappunto anche alla memoria di Zapata di John e un finale in cui alla replica dell'ormai famosa I like trucks di Kendel (che a londra è trasmessa da diverse radio) ha fatto seguito l'unico inedito della serata, una canzone che Chip ha scritto per la moglie dopo una lunga malattia (Joe Frazier).
Di canzoni inedite non è invece stata parca la serata successiva, quando sullo stesso palco si è esibito Tom Russell accompagnato dal suo nuovo chitarrista e mandolinista. Infatti, accanto ai classici Blue Wing, Gallo del Cielo, Haley's Comet, Isaac Lewis, il cantautore californiano ha presentato ben 6 nuove canzoni che probabilmente faranno parte del nuovo disco. E sono 6 canzoni tutte bellissime, due ballate sul confine tra messico e stati uniti (guadalupe on the hill e the crosses of san carlos), una storia d'america attraverso i suoi fiumi (american rivers), un resoconto dei suoi anni come insegnante in nigeria ai tempi della guerra del biafra (criminology), un'istantanea dell'america dei kennedy (Jfk came to wexford) ed infine un tributo ad una delle figure più importanti del movimento americano, mother jones (the most dangerous woman in america). Canzoni che parlano a quel cuore ferito dell'america, cui si riferiva Ferlinghetti nella citazione che dà il titolo al tributo a tom russell appena uscito nei negozi (e valeva la pena sentire Tom Russell stesso in una delle sue famose imitazioni fare il verso a Ferlinghetti che recita la sua Stealing electricity!!!)

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