Scena prima. Interno giorno.
Ma sedendo e mirando interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo....
Il pomeriggio romano è carico di luce. Poche ma intense folate di vento scuotono i pini, che costituiscono il paesaggio più prossimo all'unica finestra della stanza. Il ragazzo è solo. Davanti agli occhi, oltre alla finestra, una moltitudine di pixels che rispondono variamente ai movimenti delle sue dita sulla tastiera, frammenti di storie trasformati in un orgiastico accoppiamento di zeri ed uno e restituiti agli occhi del lettore di passaggio sotto forma di parole.
...è questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che aumenta de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.
Il ragazzo guarda fuori e si ferma a pensare. Cerca le parole per salutare una nascita che in realtà è solo una trasformazione, una trasformazione che egli sa bene non si compirà mai del tutto, perché il ragazzo è ancora affezionato alla penna ed ai suoi Moleskine. Il ragazzo affida allo schermo parole ed immagini, frammenti di una narrativa dell'essere senz'alcuna pretesa di generalità. Il ragazzo ha voglia di raccontare, raccontare coi suoi occhi e con le sue dita una storia possibile, fatta di bivi e di domande, di improvvisati compagni di viaggio e di inattese deviazioni.
...Vivere è una tela di cose
con cui riempire i lunghi intervalli
tra un momento e l'altro di felicità.....
Non c’è più il Rock di una volta !!!
21 ore fa
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