Now judge judge I had debts no honest man could pay
The bank was holdin' my mortgage and they was takin' my house away
Now I ain't sayin' that makes me an innocent man
But it was more 'n all this that put that gun in my hand...
Mi ero ripromesso di leggere la trilogia di Stieg Larsson molto tempo fa, quando in una delle meno recenti visite in Danimarca avevo visto i libri appena usciti e mi ero fatto tradurre da un amico locale le quarte di copertina, poi in attesa delle traduzioni in una delle lingue che potessi leggere in maniera più fluente, avevo lasciato da parte l'idea e mi ero buttato nel frattempo su tanti altri libri di vario genere.
Alla fine, grazie soprattutto ad un'ottima traduzione inglese (di gran lunga migliore di quella italiana, sia come ritmo narrativo che come resa dell'originale svedese - per quel pochissimo di scandinavo che riesco ad intuire) e ad una meravigliosa offerta half price, che mi ha permesso di acquistare i primi due volumi 4 pounds l'uno, mi sono gettato nell'impresa.
Beh, il risultato è stato che la costruzione narrativa di Larsson, la sua scrittura a un tempo asciutta e polifonica, e l'ottima caratterizzazione dei protagonisti hanno fatto sì che mi divorassi le più di mille e settecento pagine dei tre volumi in poco più di quattro giorni (complici anche un po' di trasferimenti aerei, treni e bus che nel frattempo ho dovuto prendere).
E va detta un'altra cosa...negli ultimi anni, si è andata delineando una tendenza che sembra aver identificato nel noir, o, se si preferisce il termine, nelle crime novels, il genere d'elezione per cartografare i divenire della e nella società contemporanea. Prendendo a prestito delle categorie già analizzate da Manchette e poi da Girolamo de Michele, si può affermare che il noir sia un genere etico (e in molti casi, sia il piano dove l'etica si contrappone alla morale). E proprio questa caratterizzazione riappare spesso nei romanzi di Larsson, in particolare incarnata nelle figure dei protagonisti ma non solo. A tale proposito, mi piace chiudere, rubando una frase a Lisbeth Salander, e in particolare una delle frasi che ho amato di più in tutta la trilogia.
non esistono innocenti. ci sono, tuttavia,
diversi gradi di responsabilità