skip to main |
skip to sidebar
La poesia della rivolta
La serata comincia con un paio di maledizioni nei confronti del traffico che, facendomi arrivare in ritardo, mi impedisce di sentire i due pezzi d'apertura fatti da picchio e la prima parte del set dei fratelli severini, ma all'ingresso sono subito abrracci con i numerosi amici in platea (per quelli sul palco bisognerà attendere la fine del concerto).L'occasione si chiama Poesia e Rivolta, ovvero il tour che i Gang e Claudio Lolli stanno portando in giro per l'Italia da qualche mese: due set separati, che ricalcano più o meno parzialmente i loro usuali concerti ed un finale insieme di grande intensità, con Marino e Claudio a duettare su Poco di Buono ed Anna di Francia (ahimé mutilata della sua ultima parte) e gli Zingari a fare da chiusura.Salutata la partenza di Marino e Sandro, eroici nel ripartire in notturna da Sezze verso l'Emilia dove avrebbero avuto un concerto il giorno dopo, una piacevole sorpresa: la cena con gli altri due moschettieri, Claudio e Paolo (Capodacqua, il suo chitarrista e fraterno amico), si è trasformata via via in una piola improvvisata: chitarre che spuntavano fuori da ogni dove ed un pianoforte che ho pensato bene di colonizzare per una jam session che si è protratta fino a notte fonda, alternando Guccini a Creedence, De Gregori alla Pfm e ai Pink Floyd, e che mi ha regalato il vaffanculo amichevole di Claudio, quando scherzando l'ho invitato a cantare The Guns of Brixton.Non è proprio questione d'amore, è qualcosa di più.....
Nessun commento:
Posta un commento